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IV EDIZIONE DELL’“OSSERVATORIO UBI BANCA SU FINANZA E TERZO SETTORE”

Il rapporto 2014 si concentra sui fabbisogni finanziari delle cooperative sociali e sulle necessità delle imprese sociali Srl.

Principali evidenze relative alle cooperative sociali:

1. Il 50,8% ed il 46% delle cooperative sociali  prevede rispettivamente entrate da contributi, convenzioni, rapporti con la pubblica amministrazione e donazioni e da vendita di prodotti e servizi sul mercato sostanzialmente stabili per il 2015
2. Le cooperative sociali che presumono di ottenere entrate principalmente da vendita di beni e servizi sul mercato si confermano le più positive rispetto alla previsione di andamento per il 2015
3. Sono il 24,4% nel 2014 le cooperative sociali che hanno richiesto finanziamenti bancari per investimenti
4. Cresce dell’8,5% l’aspettativa di ricorso al credito bancario per far fronte agli investimenti futuri

Principali risultati relativi alle imprese sociali Srl:
1. Il 41,2% ed il 47,1% delle imprese sociali prevede rispettivamente entrate da contributi, convezioni, rapporti con la pubblica amministrazione e donazioni e da vendita di prodotti e servizi sul mercato sostanzialmente stabili per il 2015
2. Il 76,5% del campione si dichiara soddisfatto o molto soddisfatto del rapporto con le banche
3. Il 17,6% ha richiesto finanziamenti ad istituti di credito a copertura degli investimenti
4. l’autofinanziamento rappresenta la principale fonte di copertura (74%) degli investimenti previsti.

Milano, 23 marzo 2014 - Giunge alla IV edizione l’“Osservatorio UBI Banca su Finanza e Terzo Settore”, realizzato da UBI Banca con il supporto scientifico di AICCON (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit) e nato con l’obiettivo di monitorare in maniera continuativa lo stato e l’evoluzione del fabbisogno finanziario del Terzo Settore. La IV edizione completa l’osservazione delle principali tipologie giuridiche delle organizzazioni non profit, intrapresa nel 2011 con l’analisi sulla cooperazione sociale, cui si è aggiunto nel corso degli anni il focus sull’associazionismo (2012) e sulle fondazioni (2013).

La IV edizione dell’indagine, riferita al 2014, ha esplorato in particolare la domanda di servizi finanziari del mondo dell’imprenditorialità sociale italiana attraverso un’analisi campionaria svolta attraverso la somministrazione di un questionario di indagine rivolto rispettivamente ai responsabili di 250 cooperative sociali e consorzi di cooperative sociali e di 50 imprese sociali Srl.

Le cooperative sociali in Italia, secondo gli ultimi dati di Iris Network (2014), sono 12.570, generano un valore della produzione pari a 10,1 miliardi di euro annui e occupano oltre 500 mila addetti.

Le imprese sociali disciplinate dal decreto legislativo n. 155/2006 sono 1.348 e generano un valore della produzione di 314 milioni di euro e impiegano 29 mila addetti.

Il focus sulle cooperative sociali

Cresce il numero medio di istituti di credito con cui le cooperative sociali intrattengono rapporti (il 43,2% degli intervistati dichiarano di avere relazioni con due banche, in crescita di 5,4 punti percentuali sul 2013; il 28,4% ha rapporti con più di due banche), così come in crescita è anche il livello di soddisfazione da parte delle cooperative sociali nei confronti delle banche con cui sono in rapporto: il 60,4% (+5,6 punti percentuali rispetto al 2013) si ritiene infatti soddisfatto dei servizi bancari offerti.

Ciò indica un evidente tentativo di andare incontro ai bisogni finanziari della cooperazione sociale attraverso l’attuazione di più incisive strategie di personalizzazione messe in atto da una parte del sistema bancario, tendenza positiva che viene confermata anche dalla percentuale di concessione di finanziamenti: 1 cooperativa sociale su 2 dichiara di aver avuto esito positivo alla richiesta inoltrata agli istituti di credito con la concessione dell’intero ammontare del finanziamento richiesto. Le ragioni della mancata o parziale concessione dei finanziamenti richiesti risiedono principalmente nella richiesta di importi troppo elevati (43,4% dei casi) o nella mancanza di adeguate garanzie (45,3%).

Rispetto al 2013, nel 2014 si registra un calo nell’utilizzo di tutte le categorie di servizi bancari non legati alla stretta quotidianità (bonifici, pagamento stipendi, home banking), tranne che per ciò che riguarda le fidejussioni per anticipo contributi, la cui percentuale di utilizzo è aumentata di 2,4 punti percentuali su base annua.

In particolare, si segnala una diminuzione delle richieste di finanziamento per investimenti (-7,9 punti percentuali), in controtendenza rispetto all’aumento rilevato l’anno precedente (+8,3 punti percentuali). La percentuale torna così ad allinearsi al valore riferito all’anno 2012 (24%).

Come già confermato dalle precedenti edizioni dell’Osservatorio, sono soprattutto le cooperative sociali che presumono di ottenere entrate principalmente da vendita di beni e servizi sul mercato a far registrare una previsione di andamento positivo per il 2015. Per l’anno in corso le cooperative sociali prevedono altresì stabilità rispetto al proprio fabbisogno  finanziario. Tra chi prevede investimenti (circa il 39% del campione) cresce sensibilmente il ruolo di supporto attribuito al sistema bancario (quasi il 40%, +8,5 punti percentuali rispetto al 2013), ascrivibile ad una minore capacità da parte delle cooperative sociali di rispondere internamente, attraverso il proprio patrimonio, alle esigenze di sviluppo e di investimento. Sono soprattutto le cooperative sociali di tipo B a prevedere un maggiore ricorso al sistema bancario ed in particolare quelle che operano nel settore dei servizi ambientali. Anche se in diminuzione rispetto al 2013 (dal 44,2% al 37,2%), l’autofinanziamento continua a rappresentare una fonte significativa di copertura finanziaria.

Il focus sulle imprese sociali Srl

A completamento del quadro relativo al rapporto tra finanza e imprenditorialità sociale in Italia, la IV ed. dell’Osservatorio ha ampliato lo spettro di analisi dell’indagine rivolta alle cooperative sociali alle imprese sociali con forma giuridica di società a responsabilità limitata, che costituiscono quasi il 30% dell’universo delle imprese sociali italiane.

Dal confronto, è emerso come il bacino di imprese sociali Srl si caratterizzi per peculiarità proprie rispetto alla cooperazione sociale nel rapporto con il mondo della finanza. Tali realtà, infatti, sono mediamente più giovani (il dato nazionale lo conferma, con una percentuale di start-up pari al 58%, fonte: Iris Network, 2014) e per tale ragione da un punto di vista patrimoniale e finanziario strutturalmente “più fragili” rispetto alle cooperative sociali.

Ciò si riflette su un diverso orientamento nella relazione con gli istituti di credito che trova riscontro, ad esempio, nel minor numero medio di banche con cui intrattengono rapporti (1,62 contro 2,27 delle cooperative sociali; il dato cresce infatti all’aumentare dell’età media di tali soggetti).

L’analisi rappresenta una situazione di sostanziale stabilità, in cui la maggior parte delle imprese sociali oggetto del campione di indagine (41,2% e 47,1%) dichiara di prevedere rispettivamente entrate da contributi, convezioni, rapporti con la pubblica amministrazione e donazioni e da vendita di prodotti e servizi sul mercato  sostanzialmente equivalenti, per il 2015, alle corrispondenti entrate del 2014; l’8,8% degli intervistati dichiara di non avere rapporti con il mercato (16% nel caso delle cooperative sociali).

Nel complesso, il livello di soddisfazione per i servizi utilizzati è alto. Complessivamente quasi il 77% dei rispondenti si ritiene soddisfatto rispetto all’offerta commerciale delle proprie banche di riferimento, dato che supera di 16 punti percentuali quello relativo alle cooperative sociali.

Positivo il rapporto con le banche anche rispetto alle richieste di finanziamento effettuate: sul totale dei richiedenti, seppure basso, il 93% ha ottenuto finanziamenti (più del 70% per almeno la metà dell’importo richiesto). Le motivazioni della mancata/parziale concessione ricadono principalmente, da un lato, sull’aspetto delle  garanzie inadeguate (quasi il 60%), che si collega alla necessità di valutare adeguatamente i soggetti in fase di start-up, e, dall’altro, sulla carenza in termini di expertise imprenditoriale o della capacità di fornire piani strategici e finanziari adeguati. 

L’impegno di UBI Banca per il Terzo Settore

La pubblicazione annuale dell’“OSSERVATORIO UBI BANCA SU FINANZA E TERZO SETTORE” si inserisce in un percorso strategico di comprensione e di un più efficace servizio al mondo del non profit compiuto da UBI Banca, che dal 2011 si è dotata di una struttura  organizzativa dedicata alla gestione dei rapporti con la clientela appartenente al settore non profit (Enti, Associazioni e Terzo Settore), denominata UBI Comunità: uno specifico modello di servizio che comprende una piattaforma di prodotti e servizi su misura, studiati per soddisfare le peculiari esigenze delle organizzazioni non profit laiche e religiose.

“L’Osservatorio conferma il consolidamento e la crescita delle imprese sociali (in particolare le cooperative sociali) nei nuovi mercati dei servizi alla persona ed ambientali, alimentati dalla crescente domanda pagante che i cittadini e le imprese stanno rivolgendo  verso questi servizi” – afferma Rossella Leidi, Chief Business Officer di UBI Banca – “In questo scenario, a fronte della previsione di un maggior ricorso al sistema bancario a copertura degli investimenti, aumenta la rilevanza strategica di costruire relazioni stabili e personalizzate con gli istituti di credito”.

“La IV edizione della rilevazione conclude un ciclo che ha posto sotto la lente di ingrandimento le principali tipologie di organizzazioni non profit: associazioni, fondazioni, cooperative sociali e imprese sociali Srl” – spiega Guido Cisternino, responsabile Enti Associazioni e Terzo Settore – “Da questa fotografia del Terzo Settore emerge un quadro complessivo che conferma la valenza  della scelta di specializzarci e di investire su un settore che fa e farà sempre più in futuro- della dimensione produttiva una leva per generare valore sociale”.

“L'Osservatorio dà stabilità ad una evidenza” aggiunge Paolo Venturi, direttore di AICCON – “la relazione con le organizzazioni non profit richiede un approccio personalizzato. La personalizzazione va perseguita tanto negli strumenti finanziari, quanto nelle metodologie di valutazione del credito. Essendo orientate a produrre valore sociale (congiuntamente a quello economico) le organizzazioni non profit e le imprese sociali cercano partner bancari capaci di “dare valore” alle proprie peculiarità.”

Per ulteriori informazioni

UBI Banca - Media Relations
relesterne@ubibanca.it
02 7781 4913 - 02 7781 4932 - 02 7781 4936

Leggi il comunicato stampa con l'allegato "OSSERVATORIO UBI BANCA su Finanza e Terzo settore". Indagine sui fabbisogni finanziari dell’imprenditorialità sociale in Italia

 

UBI Banca

UBI Banca è in Italia il terzo Gruppo bancario commerciale per capitalizzazione di Borsa, con una quota di mercato superiore al 5%, 1560 sportelli che assicurano la presenza nelle aree a maggiore attività economica del Paese, ed oltre 18.000 dipendenti. UBI Banca è un Gruppo cooperativo, quotato alla Borsa di Milano ed incluso nell’indice FTSE/MIB. Nel 2013 sono stati assegnati a UBI Banca il premio per l’innovazione nei servizi bancari nella categoria “La banca solidale” dell’Associazione Bancaria Italiana e il Premio Nazionale per l’Innovazione conferito dal Presidente della Repubblica.

UBI Comunità È il modello innovativo di servizio del Gruppo UBI Banca specificatamente dedicato alle realtà del Terzo Settore, caratterizzato da un approccio  commerciale personalizzato al comparto in termini anche di sostegno bancario e creditizio alla gestione quotidiana dell’attività, alla progettualità  ed agli investimenti. Con UBI Comunità infatti le Banche del Gruppo affiancano ad un’offerta per la gestione dell’operatività bancaria semplificata, sicura ed economica, soluzioni creditizie diversificate per l’anticipazione dei contributi e delle entrate, nonché una gamma di finanziamenti flessibili e personalizzabili per avviare o accelerare percorsi di crescita economicamente sostenibile e di innovazione sociale.

AICCON
AICCON - Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit è il Centro Studi promosso dall’Università di Bologna, dall'Alleanza delle Cooperative Italiane e da numerose realtà, pubbliche e private, operanti nell’ambito dell’Economia Sociale, con sede presso la Scuola di Economia, Management e Statistica di Forlì - Università di Bologna. L'associazione è riuscita in questi anni a divenire un punto di riferimento scientifico grazie all'importanza delle iniziative realizzate ed alla continua attività di formazione e ricerca sui temi più rilevanti per il mondo della Cooperazione, del Non Profit e dell'Economia Civile, svolte in costante rapporto con la comunità accademica e le realtà del Terzo Settore.


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