Ufficio Comunicazione e Relazioni esterne - 3 ottobre 2011
 

Le ACLI ricordano il Beato Alberto Marvelli

 

Cari Amici,
il 5 ottobre ricorre la memoria liturgica del Beato Alberto Marvelli, fulgido esempio per la nostra città di fede viva e di impegno sociale. Alle ore 17.30 sarà celebrata la Santa Messa presieduta dal Vescovo mons. Francesco Lambiasi, in Sant'Agostino. Il Presidente regionale delle Acli Walter Raspa, che è stato grande amico di Benigno Zaccagnini, ci ha mandato questo ricordo del Beato Marvelli, che vi giro molto volentieri. 
Un saluto fraterno.


Mauro Guidoni
  
Presidente Acli Rimini



Ricordiamo la figura del Beato Alberto Marvelli

Ferrara 21 marzo 1918, Rimini 5 ottobre 1946.

di Walter Raspa*

Alberto Marvelli fù una figura esemplare di laico cattolico diventato Beato non dentro un convento, ma come si dice “nel mondo”, nella propria vita familiare, nella professione, in politica come Assessore e fra la povera gente. A Rimini, fù fra i fondatori del locale Circolo Acli sede della “Mensa dei Poveri”.Fin dalla tenera età frequenta l’oratorio salesiano della sua Parrocchia di Rimini e vive con grande impegno la propria Fede.
Entra subito a far parte dell’azione Cattolica ricoprendo importanti incarichi fino a diventare Presidente dei Laureati Cattolici, nel 1941 parte in guerra (Treviso e Trieste) e svolge un intenso lavoro di apostolato fra i militari, risvegliando il senso della Fede nei loro cuori.
Nel 1943 ritornato nella sua Rimini, ancora sotto i bombardamenti, che riducono la città in macerie, Alberto diventa “operaio della carità”.
Dopo ogni bombardamento si reca con la sua bici in soccorso dei feriti, consegna tutto ciò che può.
In Ottobre del 1943, Rimini viene liberata dalle truppe alleate, si costituisce la prima Giunta Comunale e fra gli Assessori c’è anche Alberto, ha solo 26 anni. A chi gli chiedeva di impegnarsi di più per le opere ecclesiali, rispondeva:”anche questo è apostolato”, riaffermando sempre la sua vocazione di laico impegnato nel mondo.
Su invito di Benigno Zaccagnini, s’iscrive alla Democrazia Cristiana, dove sentì e visse l’impegno politico come un servizio alla comunità.”Noi siamo qui per aiutare” diceva convinto.
Da ricordare: Zaccagnini scopre Alberto in Università a Bologna, dove andava a ricevere la comunione verso l’una dopo mezzogiorno - erano i tempi del digiuno eucaristico assoluto, anche per l’acqua, dalla mezzanotte in poi, e perfino a Zaccagnini, cristiano serio e solido, la cosa sembrava eccessiva, ed in uno dei tanti incontri glielo dice. "Io non sarei capace!" La risposta di Alberto? Ricorda ancora Zaccagnini:”Un sorriso. Il sorriso, che muove la limpidezza del bambino”.
Si teneva lontano da ogni faziosità, riuscì a portare a termine comizi anche nelle zone ‘rosse più calde’ e ripeteva spesso:”Bisogna lavorare in politica, in grazia di Dio”.
Fra le tante iniziative di Alberto, ricordiamo l’ultima a cui dedicò tutto se stesso negli ultimi mesi della sua esistenza: LA MENSA DEL POVERO da lui promossa all’interno del circolo Acli di Rimini.
La povertà in quei giorni dilagava, la “Mensa del Povero” prevedeva la distribuzione di pane, buoni mensa,viveri e forme diverse di soccorso ai poveri.
Dirà al pranzo di Pasqua del 1946, davanti a centinaia di poveri riuniti per il mangiare:”I veri donatori siete voi!”
Sapeva far pregare i poveri e donava tutto quello che aveva: donò le sue scarpe, i suoi vestiti, la sua coperta di lana, la rete, i materassi, le pentole e i tegami. La sua fama di santità era già diffusa fra quanti lo conoscevano quand’era vivente.
Giovanni Paolo II°, in occasione della visita pastorale a Rimini nel 1982, aveva affermato di lui:
“Ha mostrato come, nel mutare dei tempi e delle situazioni, i laici cristiani sappiano dedicarsi senza riserve alla costituzione del Regno di Dio nella famiglia, nel lavoro, nella cultura, nella politica, portando il Vangelo nel cuore della società”.
Alberto Marvelli nella giornata del 5 ottobre 1946 alle ore 20,30 s’era appena avviato in bicicletta per un comizio quando, a duecento metri da casa, un camion militare alleato durante il sorpasso spericolato lo colpisce alla testa con il gancio della sponda. Alberto dopo due ore muore fra le braccia della mamma. A soli 28 anni.
beatificato il 5 settembre 2004 in occasione del grande convegno dell’Azione Cattolica.
La Chiesa lo propone come modello di “santità nel quotidiano” per i cristiani del terzo millennio.

* Presidente Regionale ACLI


anche nel sito ACLI Rimini


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